PERCHE' STRUMENTALIZZARE LA DONAZIONE DI SANGUE
23 gennaio 2015
Negli ultimi tempi si è molto parlato di donazione del sangue soprattutto perché riferita come occasione per avere "quasi furbescamente" una giornata di lavoro libera, ovviamente se si è lavoratori dipendenti, come se tutti gli oltre un milione e settecentomila donatori di sangue appartenessero a questa categoria professionale.
Non si può accettare che venga strumentalizzato l’atto della donazione come “assenteismo” perché questo dono permette di effettuare oltre novemila trasfusioni giornaliere a pazienti per i quali il sangue è una terapia essenziale ed irrinunciabile nelle normali cure, nell’emergenza legata a incidenti stradali, nei trapianti, nelle cure oncologiche ed altro.
Luigi Cardini, presidente nazionale della FRATRES, osserva e mette in risalto che gli oltre unmilione e settecentomila donatori di sangue non hanno bisogno di questa propaganda negativa, perché da essi dipende il totale funzionamento del Sistema trasfusionale che garantisce uno dei livelli essenziali di assistenza del Sistema sanitario.
E’ bene sapere che i donatori di sangue con questo loro gesto volontario, gratuito, responsabile e periodico ogni anno assicurano oltre quattro milioni di eventi trasfusionali, contribuendo al raggiungimento dell'autosufficienza nazionale di sangue ed emocomponenti.
E’ altresì vero che il donatore lavoratore dipendente è tenuto a comunicare preventivamente al datore di lavoro la propria assenza per effettuare la donazione in modo da permettere l'organizzazione dell’attività lavorativa e come Associazione lo sottolineiamo sempre come “dovere” e serietà del donatore stesso.
Per gli ammalati non ci sono giorni festivi e periodi di vacanza, il bisogno del sangue è una costante di tutti i giorni e per questo vogliamo sollecitare i media a dare il giusto spazio e rilievo alla promozione e valorizzazione del dono del sangue, affinché altre persone si uniscano a questa “grande famiglia” che ha sempre bisogno di allargarsi e mantenersi efficiente, se non altro per il turn over dovuto all’età ( si può donare da 18 a 65 anni).
Proprio in questo periodo ci troviamo in una situazione di carenza, probabilmente dovuta all’intensificarsi dell’influenza ed in alcune Regioni questa carenza mette a rischio non solo gli interventi di emergenza, ma anche le normali attività sanitarie.
I numeri dicono che l’Italia ha già da tempo raggiunto l’autosufficienza e se questo è vero in tali termini, dobbiamo prendere atto che il dinamismo degli eventi trasfusionali non è sempre uguale e così pacifico per cui è necessario che tutti insieme poniamo “la donazione del sangue” come un atto di civiltà di un popolo ed un dono di grande solidarietà che deve essere promosso e sostenuto anche dagli organi di informazione.