Terapia anti-Covid19 a base di plasma iperimmune: la Fratres contribuisce alla sperimentazione
Il punto sulla situazione
05 maggio 2020
In questi giorni, a seguito di quanto avviato nelle passate settimane nel Nord Italia, a Pavia, Mantova e Lodi, dopo i primi risultati ottenuti in Cina dai medici di Shangai, il tema della sperimentazione dell'utilizzo del plasma iperimmune sui pazienti contagiati da Covid19 è diventato virale.
Purtroppo in certi casi sono state comunicate notizie sommarie o inesatte che non contribuiscono certamente alla veicolazione di una corretta informazione.
La FRATRES quindi, quale Associazione di donatori di sangue ed emocomponenti di livello nazionale riconosciuta dal Ministero della Salute, impegnata anche nella Campagna social #iostoattentomadono, con il presente articolo vuole dare qualche raccomandazione ed alcune notizie più complete sulle iniziative messe in atto o in programmazione sull'intero territorio nazionale, con particolare riferimento alle regioni nelle quale è più ramificata.
IL CONTRIBUTO DELLA FRATRES ALLA SPERIMENTAZIONE
"Il nostro contribuito alla sperimentazione e la nostra disponibilità - afferma il Presidente Nazionale FRATRES, Prof. Vincenzo Manzo - è iniziato da settimane. Purtroppo la fase iniziale, avvenuta nel Nord Italia, non ci ha visto direttamente coinvolti, in quanto, ad oggi, siamo presenti nel Veneto ma non in Lombardia, però, già dalla seconda decade di Aprile, abbiamo sostenuto, pubblicizzato e collaborato, attraverso le nostre articolazioni operanti nel Centro Italia ed i donatori iscritti ai nostri Gruppi, alla sperimentazione effettuata dall'AOUP - Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana, capofila nazionale di un protocollo di ricerca che prevede l'utilizzo terapeutico del plasma iperimmune di pazienti convalescenti e guariti dal COVID-19 su malati critici contagiati dal medesimo virus (per maggiori informazioni http://donatorih24.it/…/04/21/terapia-plasma-toscana-covid…/).
Le regioni coinvolte da tale terapia sperimentale sono Toscana, Marche, Lazio, Campania, Umbria e, insieme a loro, anche l’Ispettorato della Sanità Militare. Enti che già collaborano da anni in un consorzio interregionale denominato “Planet” per la lavorazione dei plasmaderivati. Infatti il plasma sarà anche diventato più "famoso" in questi giorni ma è da anni un prezioso emocomponente con il quale vengono realizzati medicinali ed effettuate terapie utili per la cura di svariate patologie (per maggiori informazioni http://www.italiaplasma.it/medicinali-plasmaderivati).
In questi giorni inoltre, dalle nostre articolazioni operanti nelle altre regioni, stiamo ricevendo notizie di altre iniziative similari in corso di progettazione e programmazione nel Sud Italia ed isole, sulle quali non mancheranno ulteriori articoli, seguendole con attenzione."
ATTENZIONE AI MESSAGGI CHE GIRANO
"Poiché circolano in questi ultimi giorni sui social e nei principali sistemi di messaggistica, comunicazioni dai toni generici e sensazionalistici - prosegue il Presidente Manzo - vogliamo precisare che il plasma iperimmune, donato da chi è guarito, si è dimostrato, in molti casi, efficace alla neutralizzazione del virus, grazie agli anticorpi in esso presenti, avendo registrato che con una donazione è possibile curare in media 2 pazienti che, dopo 24-48 ore di terapia, mostrano, con una certa costanza, i primi progressi. E' però altrettanto vero che con tale plasma si somministrano anche sostanze non necessarie per il trattamento di alcune patologie.
Quindi questa rappresenta una terapia sperimentale ed emergenziale, che tra l'altro era già nota per altre malattie. Ecco perché è in atto lo studio di quali siano gli anticorpi efficaci per poi separarli da quanto non occorrente ed opportuno per evitare altri rischi.
Inoltre deve anche essere fatta un'ulteriore valutazione considerando che alla base di tutto appunto c'è il plasma ricco di anticorpi donato da pazienti guariti. Tra questi vi sono quelli che già prima del contagio donavano plasma, iscritti alle associazioni del dono e no, e che risultano ancora un sottoinsieme del numero totale dei donatori attivi, e chi invece non ha mai donato e quindi si approccia a questa possibilità per la prima volta e che è noto, se ha effettuato un tampone, solo alle strutture sanitarie. Quindi, soprattutto allargando l'utilizzo, come considerato dai ricercatori statunitensi e da quelli dell'AOUP, ai pazienti meno gravi di infezione da virus, come chi ha una polmonite lieve e moderata, e non solo a quelli in terapia intensiva, occorre anche valutare il fabbisogno di plasma iperimmune in modo da studiare strategie per raggiungere, sensibilizzare e coinvolgere il maggior numero di persone guarite.
Come avviene anche per tematiche diverse, sia emergenziali che no, suggeriamo quindi non solo di informarsi sempre attraverso le competenti fonti istituzionali ed associative del settore per non crearsi false aspettative, ma anche di non condividere con troppa superficialità messaggi o appelli che, una volta diffusi, creano un effetto mediatico virale che finisce per ritorcersi contro la comune volontà di uscire al più presto da questa pandemia."
LA TESTIMONIANZA DI UN DONATORE
"Tanti sono stati i donatori dei Gruppi FRATRES che hanno risposto al nostro appello e si sono messi a disposizione per la sperimentazione - conclude il Presidente Manzo - ed ovviamente non è possibile citarli tutti ma ringraziamo, attraverso la testimonianza che segue, ciascuno di loro che, dopo aver combattuto e sconfitto il virus, si è messo anche a disposizione del prossimo con l'animo generoso e solidale che contraddistingue chi dona: farsi parte attiva della tutela della salute altrui !
La testimonianza di cui al link https://bit.ly/2zf6INK che è stata realizzata e pubblicata da poche ore grazie alla sempre più crescente collaborazione tra l'Area Comunicazione Nazionale FRATRES e Donatori H24 nonché ovviamente alla disponibilità del donatore e dei nostri responsabili sul territorio, ben rappresenta come la tutela del Diritto alla Salute, sancito dalla Costituzione, abbia bisogno della scienza, per le ricerche e le conseguenti scoperte, accompagnata anche dalla coscienza di chi, come ogni donatore, sa farsi strumento di bene."